Il corso di sviluppo del senso ritmico non è un corso comune, infatti non si rivolge ad un particolare musicista e, per così dire, nemmeno ai musicisti in genere, ma a tutti coloro che per i motivi più disparati, si trovano a dover superare delle difficoltà che riguardano, per l’appunto, il senso ritmico.

Quando dico che non si tratta di un qualcosa legato ai musicisti, lo faccio sulla base di esperienza personale. La ritmica, che noi ce ne accorgiamo o meno, fa parte, molto più spesso di quanto si creda, della nostra vita.

Vi basti sapere che ho avuto tra i miei allievi, oltre a dei musicisti, degli speaker, degli attori, degli atleti, delle danzatrici, delle ginnaste ed anche un fotografo.

Meravigliati? Io no.

Ovviamente, la stragrande maggioranza dei miei allievi sono musicisti, ma potrei meravigliarvi nuovamente dicendovi che non sono né batteristi né percussionisti. Del resto chi suona la batteria o le percussioni, spesso (ma non sempre), il senso ritmico è riuscito a svilupparlo per proprio conto e non necessita di alcun intervento esterno. Invece ho lavorato con tantissimi chitarristi, con cantanti e con strumentisti che, talvolta, si sono trovati in difficoltà con quella particolare frase, o a prendere quel particolare attacco o, più semplicemente, volevano rafforzare una sensibilità, quella ritmica, appunto, che non sentivano come avrebbero voluto.

Il corso, come dicevo all’inizio, non è a tutti gli effetti un corso comune perché a differenza degli altri non ha una data di inizio e una di fine, ma comincia nel momento in cui qualcuno mi palesa un problema e termina nel momento in cui questo viene superato.

Mi sono capitati allievi che hanno risolto i loro problemi in 2/3 incontri e con i quali abbiamo incontri saltuari ogni qualvolta trovano una difficoltà o necessitano di un consiglio.

Mi sono, d’altra parte, capitati anche allievi che dopo aver superato i problemi iniziali hanno deciso di continuare a coltivare in modo costante la loro sensibilità ritmica, con i quali siamo quindi passati dall’incontro settimanale a quello mensile.

In diversi casi, e questa è una cosa che mi ha fatto molto piacere, il corso è sfociato naturalmente nella volontà di approfondire il proprio interesse verso uno strumento prettamente ritmico come la batteria, ma ci tengo a sottolineare come questa sia talvolta una conseguenza e non sia mai una premessa alla partecipazione al corso.

Si tratta quindi di un corso nel quale la frequenza e il tipo di lezione non seguono un programma predefinito ma sono cuciti addosso all’allievo e vengono via via adattati ai suoi progressi ed alle sue esigenze del momento.

Normalmente a dettare la modalità dello svolgimento del corso è la motivazione per cui l’allievo lo comincia:

  • se si tratta di un problema circoscritto (es: mi “perdo” in questo punto di questo pezzo tutte le volte che lo suono) si lavora sul problema cercando di focalizzarne la causa per poi correggerla e verificare il risultato su altri brani che contengano difficoltà simili.
  • Se si tratta invece di un problema generico, cerco nell’ordine di
    • tracciare una sorta di identikit ritmico dell’allievo
    • trovare i punti critici
    • lavorare per riequilibrare le capacità

Tutto ciò viene portato avanti partendo da semplici esercizi che richiedono il solo uso delle mani o della voce, ad esercizi combinati con l’utilizzo dello strumento suonato dall’allievo (se è un musicista) e da momenti di ascolto e analisi.

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